di Anny Pellecchia
Profumo di freesie, aria di primavera, voglia di rinnovare il nostro balcone o il nostro terrazzo. Ma oggi siamo tutti chiamati a un impegno molto più grande: proteggere il giardino che ci ospita, il Pianeta Terra.
Qell’ orcio sul balcone di zia Anna in Via Madonna del Monte, proiettato sul golfo di Salerno da più di quarant’anni s’infiora nel mese di marzo di Fresie gialle. Nella stessa grande pancia di creta convive una vite americana ancora dormiente, solo in maggio una volta sveglia ricoprirà la ringhiera con le sue foglie penta lobate.
Intanto ai mercati generali di Castellamare di Stabia centinaia di secchi e cassette pieni di fascettini di Fresie vengono scaricati per noi acquirenti. Le particolari corolle tubolari strette si allargano ai bordi, i fiori su steli zigzaganti sono disposti in spighe piatte in filari, tutti da una sola parte rivolti verso l’alto. Bisogna portarle in negozio acerbe, così dureranno più a lungo.
I bouquet pronti alla vendita saranno una costante sorpresa per chi li riceverà in omaggio. Le Fresie si schiuderanno pian piano e inebrieranno col loro profumo l’ambiente circostante. Il profumo di Fresia è un risveglio di primavera, per questo è un fiore tanto amato. Tutti ne comprano almeno un mazzetto da portare con se. L’ inverno è davvero finito! Un bicchiere basterà per accogliere i deliziosi fiori e le sue foglie a nastrino disposte come un ventaglio. I colori sono tanti, bianco, rosso, giallo, arancio, viola, rosa, fucsia… tutti piacevolissimi.
Le Fresie sono piante bulbose, già a settembre vendiamo in negozio i bulbi da interrare, ma gli italiani sono pigri verso il giardinaggio.
Quei pochi che li acquistano ritorneranno poi trionfanti esultanti di gioia per la fioritura ricevuta!
Ci vuole così poco per abbellire un vaso in balcone!
Infondo tanto impegno in negozio! Eppure lo so, nonostante tutto, anche quest’anno mi chiederanno: «Ma non avete le Fresie vere, quelle profumatissime, color giallo paglierino, quelle di una volta…»
Le Fresie sono originarie del Sud Africa. Portate in Italia per la produzione, una specie è sfuggita alle culture e si è naturalizzata. Si tratta della Fresia refrecta, fiorisce in Sud Italia e nella Riviera Ligure. Ma, sinceramente, mi chiedono la Fresia refrecta come un ricordo, come la ricerca di un giardino perduto e mai più ritrovato. -Si trovano in campagna- mi dicono - Sui sentieri erbosi…-
Le rughe sui loro volti mi raccontano di un’ Italia lontana, non più vissuta come una volta. Uomini del mio tempo con i piedi sul cemento delle città, dov’è il vostro giardino? Parchi? Aree verdi? Polmoni verdi? Aiuole? Bello? Forse, ma vivere la Natura è altra cosa.
C’è ancora un’ altra domanda da farsi -Qual è il giardino del nostro tempo? E ancora -Qual è il lavoro di giardinaggio che ci spetta da fare oggi nel 2016?
Per la prima volta nella storia dell’uomo un Grande Papa, Papa Francesco ha proiettato sulle mura del Vaticano il nostro nuovo giardino. Il giardino del mondo! Non avevamo mai pensato di diventare giardinieri di tutta la Natura , di tutto l’ambiente terrestre. E’ un impostazione di giardinaggio ecumenico globale. E’ la prima volta che dovremo lavorare tutti, tanto. Sarà un lavoro duro, durissimo. Un lavoro di forza e cuore per salvare l’ ultimo giardino che ci rimane. Difenderlo con la nostra stessa vita da chi vuole distruggerlo per sempre. Un sentiero erboso, profumo di fresie, il giardino del mondo è il profumo della vita.
Anny Pellecchia
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