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Si narra di una bambina messicana Ines, che la sera della vigilia di Natale avrebbe voluto portare un dono a Gesù Bambino, ma era talmente povera da non avere i soldi per acquistarlo. Mentre tutti andavano in chiesa, lei rimase in casa a piangere per il dispiacere; All’improvviso le apparve un angelo.
stellaNatale“Perché sei così triste?” chiese alla bambina.
“Perché non ho nulla da portare a Gesù!” rispose lei.
Allora l’angelo le disse: “Tu hai una cosa molto importante da donare a Gesù: Il tuo amore. Raccogli le frasche che crescono ai ”bordi della strada e portale in chiesa. Vedrai, il tuo dono sarà il più bello di tutti.

Raccolse alcuni rametti e formò un piccolo mazzo. Mancava ancora qualcosa. La bambina si tolse la cosa più preziosa che aveva: il nastro rosso che serviva a legare i capelli. Con il nastro fece una coccarda intorno alle foglie verdi. Ormai doveva tornare a casa; Ines passò davanti alla chiesa ed entrò.
Vide la statua di Gesù Bambino e gli disse:” Te li lascio adesso, mi vergogno troppo a venire dopo con gli altri bambini”. Un “oh” di meraviglia la fece trasalire, intorno a lei c’era un gruppo di gente che fissava meravigliata il suo mazzo di fiori. “ Che bei fiori……dove li hai trovati? Non ho mai visto dei fiori così belli…..”
Ines guardò il suo mazzo di foglie e rimase senza parole. Le foglie erano diventate rosse, al centro le bacche avevano formato come un cuore d’oro. La bambina depose il suo prezioso mazzo di stelle rosso oro ai piedi della statua di Gesù Bambino.

Ora sapeva che Gesù aveva gradito il suo dono e aveva trasformato delle semplici foglie nel fiore più bello del Messico: La Stella di Natale.

Da quel giorno le stelle di Natale in Messico sono chiamate "Flores de la Noce Buena", fiori della Santa Notte.

Nel 1825, Joël Poinsett, ambasciatore Americano in Messico, portò negli Stati Uniti i semi delle stelle di Natale e le fece conoscere in tutto il mondo.


 

La tradizione dell'albero di Natale, così come molte altre tradizioni natalizie, è sentita in modo particolare nell'Europa di lingua tedesca, sebbene sia ormai universalmente accettata anche nel mondo cattolico che spesso lo affianca al tradizionale presepe.
AlberoNataleAlla base dell'albero natalizio vi sono antichissimi usi, presso varie culture, di decorare i vari Alberi del Paradiso con nastri e oggetti colorati, fiaccole, piccole campane, animaletti votivi, nonché la credenza che le luci che li illuminavano corrispondessero ad altrettante anime.
Egualmente venivano ornati anche i vari Alberi cosmici con simboli del Sole, della Luna, dei Pianeti e delle stelle.
In particolare l'abete era sacro a Wotan, potente dio dei Germani.
Nei primi anni del Novecento gli alberi di Natale hanno conosciuto un momento di grande diffusione, diventando gradualmente quasi immancabili nelle case sia degli europei che nordamericani, e venendo a rappresentare il simbolo del Natale probabilmente più comune a livello planetario.
Nel dopoguerra il fenomeno ha acquisito una dimensione commerciale e ha dato luogo, insieme alle tradizioni correlate,
alla nascita di una vera e propria industria dell'addobbo natalizio.
Tranquilli quindi gli abeti (Abies Picea) che entrano nelle nostre case, non arrivano dalle montagne come molti erroneamente pensano, ma sono prodotti in vivai specializzati del nord Italia e nord Europa. Produzioni uguali a quelle di ciclamini, ficus, orchidee, etc.
Chi lo riceve, se vuole farlo vivere a lungo, dovrebbe avere l'accortezza di chiudere il termosifone nella stanza dove è posizionato, oppure arieggiare spesso l'ambiente. Innaffiarlo copiosamente e dopo le festività piantarlo in giardino anche quello condominiale o di amici, oppure regalarlo a chi vuole rinverdire i propri spazi: agriturismi, centri sportivi, parchi comunali, etc.


 

L'usanza di decorare la casa con ramoscelli di pungitopo e di agrifoglio è una delle più antiche e gioiose tradizioni natalizie.
agrifoglioSi credeva che le foglie acuminate e pungenti come armi di difesa avessero il potere di scacciare gli spiriti maligni.
Oggi si tiene volentieri in casa un ramo di agrifoglio; il fatto che sia una pianta sempreverde, é promessa di vita perenne e le sue bacche rosse esprimono gioia ed esultanza.
Perciò l'agrifoglio si accompagna bene alla letizia che circonda la nascita di Gesù, alle campane festose, alle risa dei bambini, alle melodie.
I rami di agrifoglio hanno una loro storia.
I romani usavano regalarlo agli sposi novelli in segno di augurio e di simpatia. Quando invasero la Britannia, essi stupirono di notare che l'agrifoglio era considerato pianta sacra.
Già i Druidi conoscevano e usavano questa pianta per decorare la casa durante l’inverno e perché fosse luogo di rifugio dal freddo per le piccole fate che abitavano la foresta.
Inoltre, poiché l’agrifoglio è una pianta sempreverde, essi credevano che mantenesse viva la bellezza della natura, dopo che numerose piante avevano perso le foglie e il proprio colore durante l’inverno.
Quando il Cristianesimo raggiunse l’Irlanda, i cristiani continuarono a decorare le case con corone di agrifoglio sulle porte e rametti alle finestre.
Col tempo questa pianta è diventata una tradizione cristiana, con le bacche rosse a simboleggiare il sangue di Cristo, con le foglie spinose a ricordare la corona di spine indossata da Gesù durante la Passione e i boccioli bianchi da collegare alla purezza della Vergine Maria.


 

Il vischio è una pianta semiparassita che vive in parte a spese di una pianta ospite, in cui affonda le sue radici specializzate, e in parte grazie al nutrimento prodotto dalla sua stessa clorofilla.
vischioVederlo in natura non è difficile, soprattutto in inverno, quando gli alberi sono ormai spogli delle loro foglie. Basta allontanarsi dalle città, una passeggiata fuori porta, alzare il naso all’insù ed ecco scorgere i grandi cespugli tondeggianti appollaiati sui rami di querce, castagni, pioppi, abeti, pini, meli, peri ecc. E pensare che è diffuso dagli uccelli!
Questi ultimi infatti sono ghiotti delle bacche bianche e carnose.  A fine pasto strofinano sulla corteccia i semi vischiosi rimasti nel becco.

Virgilio rende protagonista il vischio in una delle pagine cruciali dell’Eneide. Questa volta è una maga, la Sibilla cumana, a spiegare ad Enea come proseguire il suo difficile viaggio.
Enea è disperato, senza patria, stanco. È inginocchiato ai piedi della veggente. Vuole un indizio, un aiuto, una speranza, un conforto per scendere nel buio Tartaro. Vuole rivedere suo padre, Anchise, ancora una volta.
“…non puoi scendere nei segreti della terra se prima dall’albero non hai staccato il virgulto dalle foglie d’oro”.
La Sibilla, attraverso le sue indicazioni, mette nelle mani di Enea, viaggiatore sperduto nelle tenebre, una pianta luminosa il Vischio, che gli servirà da lampada per rischiarare i suoi passi e portarlo dal padre.

Venite a trovarci nel periodo natalizio in negozio, è una vera festa!
Rami di ogni dimensione sono pronti per essere venduti.
Grandi fasci per feste in casa e nei locali, ma anche piccoli fascetti da passeggio per chi deciderà di brindare in piazza e per le strade della città.  Li confezioniamo senza cellofan o altri fronzoli, giusto un fiocco rosso e un gancio per appenderli il più alto possibile.

Nessuno può rinunciare al fatidico bacio sotto il vischio!
Il potere fortunato del bacio arriva dai Druidi del nord Europa: quando due nemici si incontravano sotto una pianta di vischio erano infatti soliti abbandonare le armi e concedersi una tregua, sancendo il patto con un bacio.
Da quella tradizione si è giunti fino alla nostra per cui, appendere il vischio alla porta della propria casa o all’interno dell’abitazione è augurio di prosperità! Auguri di Buon anno a tutti!


 

Un'antica tradizione della settimana Santa è quella di preparare dei piattini con germogli di grano da portare in chiesa o al cimitero per allestire i Sepolcri del Giovedì Santo.
Perchè si prepara il grano per le festività pasquali?

il grano di colore bianco-giallo simboleggia il corpo di Gesù morto nel sepolcro che la Domenica di Pasqua, giorno della resurrezione, diventando verde riprende colore, riprende la vita. Gesù risorge!
grano1

 

Istruzioni:

Riempire un vaso con uno strato di terriccio.
Ricoprire tutta l 'area con i semi di grano.
Vaporizzare con acqua.
Porre il vaso in un luogo buio.
Vaporizzare con acqua ogni 2 -3 giorni ...

 

 

 

 

 

grano bianco pellecchia

 

 

Attendere il giorno dei sepolcri per esporlo in casa o portarlo in chiesa.

 

 

 

 

 

 

 

grano2

 

 

 

 il giorno di Pasqua il grano da bianco, come il viso del Cristo morto, diventerà verde... torna alla vita.

Il grano verrà decorato con uova colorate e fiori....
Bellissimo centrotavola per la nostra casa e la nostra tavola pasquale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

I crisantemi sono fiori legati in Italia alla commemorazione dei defunti, mentre in alcuni Paesi orientali vengono utilizzati per festeggiare nascite e matrimoni.
crisantemiIn Italia per tradizione viene considerato il fiore dei morti e sarebbe un errore grave regalarne un mazzo ad una sposa.
Invece in Giappone ha assunto un valore quasi sacro. Vi è una leggenda giapponese che racconta come una ragazza, per salvare la vita al suo samurai destinato ad una missione di morte, si recò dal mandarino signore del samurai per sapere come salvargli la vita.
Il mandarino le disse che il suo samurai sarebbe vissuto tanti giorni quanti erano i petali della margherita e le porse il fiore.

I petali erano molto pochi per la verità e la ragazza si disperò. Non dormì tutta la notte e, allo spuntare del sole,ebbe un’idea: prese la margherita e con uno spillo cominciò a dividere i petali in tanti altri più piccoli. In questo modo la ragazza moltiplicò i giorni di vita del suo samurai.

Così nella leggenda è nato il crisantemo: per donare la vita. (fonte www.vitaincampagna.it)