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Tra le Gypsophila fiorisce la casa dei bambini speciali

Tra le Gypsophila fiorisce la casa dei bambini speciali

Quando Antonietta pubblicò questa foto su Facebook, rimasi incantata. Uno scatto che raccontava tutto di lei: la sua passione, il suo orgoglio di essere una grande lavoratrice. Bella, con quel suo viso greco, chiedeva una cosa semplice al mondo in tempo di Covid-19: «Possiamo tagliare i fiori nelle serre, possiamo non stancarci inutilmente?».

Naturalmente non ebbe risposta, come tanti lavoratori che nello stesso momento chiedevano, chi per una ragione chi per un’altra, l’identica cosa. Quella serra di Gypsophila lavorata con tanta solerzia, sacrifici e dedizione andava rispettata e meritava una risposta.

Antonietta

Antonietta appartiene a quella bella Italia a cui troppo spesso le risposte non vengono date e allora l’unica cosa da fare è rimboccarsi le maniche e risolvere da soli tutti i problemi. 

Ore 1:45, lei è già sul campo di battaglia nel box del Mercato dei Fiori di Castellammare di Stabia (NA). Ore 7:00, di corsa torna a casa per portare tre dei suoi cinque figli a scuola, in tre paesi diversi, perché in molti comuni del napoletano i servizi dovuti per l’infanzia sono inesistenti. Seguono lavatrici, cucina, panni da stendere, pavimenti da tirare a lucido… e poi c’è lei, la sua bimba speciale, dove solo un cuore di mamma può smuovere le montagne. Non c’erano strutture vicino casa, e allora che fa Antonietta? Pur vivendo in un quartiere difficile, diventa presidente della neo associazione “L’oasi di Asia” e il Comune di Boscoreale (NA) le dà uno spazio. Per il resto se la veda da sola, ma va bene così, è già qualcosa per costruire un mondo fantastico dove tanti bambini speciali con le loro mamme speciali possano incontrarsi e aiutarsi.

Un fiore “totale”

Infine c’è la serra, dove di tanto in tanto va a dare una mano; la Gypsophila è un fiore che ha preso il sopravvento su tanti altri. È forte, «totale» come dice lei. Onnipresente nelle composizioni floreali, si “sposa” con tutto, ma va bene anche da solo tanto è decorativo grazie alle eteree nuvole dei suoi minuscoli fiori. Ma quanto lavoro c’è dietro quella leggerezza? Eppure Antonietta è sempre presente al Mercato dei Fiori e non l’ho mai vista in tutti questi anni triste. Anzi attraverso i suoi gesti e il suo sguardo è capace di darti un po’ di amorevole femminilità in un mondo fatto quasi di soli uomini. Un sorriso al cliente, una carezza al vecchio cane del mercato, sempre svelta, attenta alla merce, ai carichi e agli scarichi dei fornitori. Le avversità della vita e la durezza del lavoro non l’hanno incattivita. Una volta mi disse: «È la forza della disperazione che mi fa andare avanti». Io le risposi che non ci credevo, c’era sicuramente molto di più. Lei sorridendomi mi disse: «Sì, la mia fede infinita, il mio Dio è il Dio dell’impossibile. Lo ringrazio ogni giorno della mia vita». Lo sapevo! Dio è proprio dove non te l’aspetti, tra i fiori, vicino a una mamma che ingoia le lacrime per non farsi vedere dai figli. Avrei voluto abbracciarla per tutto quello che è e per tutto quello che riesce a dare a chi le è vicino.

Sognare l’impossibile

Poi è arrivato il suo invito. «Mi vieni a trovare per l’inaugurazione del centro? Per l’occasione chiederò a ogni box del Mercato di donare una pianta affinché i bambini possano avere un giardino bellissimo da curare e in cui giocare. Non dovranno mancare grandi nuvole di Gypsophila nei vasi, dovranno però essere colorati con tutti colori che ci piacciono». Certo, servono tavoli, colori, fogli da disegno, perché la solitudine che avvolge questa vita così complicata si diluisca in una pennellata di acquarello. Spesso chi osa sognare l’impossibile è ascoltato da Dio che è proprio lassù, affacciato sopra tutti i colori dell’arcobaleno, guardando Asia e gli altri bambini.

 

Annie Pellecchia

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