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In punta di fiore

La cura che infondo ogni giorno nel mio negozio è a servizio di tutti, massaie, bambini, professionisti… ma la categoria però che prediligo sono i poeti, scrittori, ceramisti, pittori… sognanti, tormentati, timidi, egocentrici, entrano in negozio sempre con un unico intento, incontrare, cercare, scovare, ispirarsi ai messaggi che i fiori e le piante donano. Sanno bene che attraverso la loro penna e i loro pennelli una corolla, una foglia particolare, un movimento di uno stelo possono renderli immortali! Del resto la Natura è un essere vivente dotato di una spontaneità creatrice fertilizzante.

Seduti dietro pile di libri o imbrattati di colore, sporchi di creta fanno fiorire giardini di carta, di tela di ceramica. “Ho sognato un libro che si apre come si spinge il cancello di un giardino abbandonato” dice lo scrittore Christin Bobin.

Fin dagli albori della civiltà il giardino con i suoi alberi e i suoi fiori ha iniettato in tutte le arti straordinarie simbologie. Era di questo che si parlava mentre componevo un fascio di fiori per il Prof. Matteo Palumbo (Letteratura Italiana Università Federico II di Napoli). Una conversazione fugace, come il soffio di vento sul polline di un fiore fu linfa per organizzare in un luogo speciale l’ Orto Botanico di Napoli un viaggio attraverso i giardini in letteratura. Un appuntamento al quale non potevo mancare, chiusi il negozio prima quel giorno per ascoltarlo era una splendida sera di giugno, la frescura degli alberi avvolse la platea il maestro iniziò il racconto.

Decamerone boccaccio

Scena della narrazione del Decameron di Giovanni Boccaccio in un dipinto del pittore napoletano Salvatore Postiglione (1861-1906). Collezione privata.

Quando L’ Eden si è umanizzato è diventato uno scenario di vita terrena, si è trasformato in un thopos dove il pensiero di ognuno di noi va ad un ambiente sereno e ideale, luogo di armonia e di felicità, un riparo dalle avversità della vita. Boccaccio da questa idea scrive il Decamerone, dieci giovani fiorentini fuggono dalla città invasa dalla peste, stabilendosi in un nuovo mondo, il giardino, un approdo in un luogo salvifico,segreto, unico riservato, esclusivo, ma soprattutto protetto. E’ la celebrazione del bello se mai inutile ma utile all’anima, alla freschezza della vita. Un giardino che permette la selezione e la rimozione del brutto della vita. “In quel giardino pareva essere tutta la spezieria che mai nacque in Oriente… rose… gelsomini… aranci… cedri… minutissima erba”.

Nell’opera della Gerusalemme liberata il Tasso ci introduce nei giardini di magia, il giardino della Maga Armida luogo di seduzione e inganno. I guerrieri cristiani devono difendersi dalle lusinghe del peccato e dalle tentazioni dei piaceri. E’ il giardino delle illusioni, un giardino labirintico, il protagonista Rinaldo”… siede in mezzo un giardino labirintico - che pare che da ogni fronde amore spiri - quivi in grembo a la verde erba novella giacerà il cavaliero e la donzella”. Il giardino si carica nell’opera del Tasso di un valore simbolico epicureo e al contempo cristiano. Il giardino è un luogo interamente consacrato alla voluttà, ma alla voluttà proba, piacere alla vista, diletto dell’ odorato e rilassamento dello spirito”. Gli amici di Rinaldo protetti solo dalle loro corazze simbolo della ragione libereranno il compagno e Gerusalemme. Conquista della Religione.

“Tutto quello che è stato scritto dopo di “Lui “ sulla natura non è che il riflesso più o meno fedele del suo splendore” George Sand.

Se il XIX secolo si appassiona di botanica e all’agricoltura è solo grazie a “Lui” Jean-Jacques Rousseau. Tra aiuole, pergolati fioriti, cespugli, alberi, fiori, bacche selvatiche, giardini incantati ma nati dall’ingegno umano si muovono i protagonisti dei suoi romanzi. Personaggi dove un’intera epoca storica si riconosce. Vita inutile dei salotti, degrado dei costumi, il duello, la famiglia, il suicidio, il denaro… Rousseau trova la pace dell’ anima nella botanica. Natura e Virtù è il suo pensiero. Come un seme trasportato dagli uccelli il successo del suo romanzo Nuova Eloisa contribuirà a diffondere in Europa una concezione del giardino che darà vita al giardino inglese.

Il Giardino dei Fizi-Contini di G. Bassani è la dichiarazione di una legge imperturbabile e profetica; nella sua naturalità naturale niente dura immutato nel tempo. Non ci sono mura né giardini che possano arginare la violenza degli eventi. I proprietari del giardino saranno deportati dai tedeschi.

Oggi nel nuovo secolo non esistono più i giardini, esiste la Terra ci dice Gilles Clement.

L’ umanità non è più al di sopra o al centro di un sistema che domina ma è immersa in esso. E non può astrarsene. Nessuno più può negare lo sfacelo ambientale di cui l’uomo è causa. Il pianeta Terra esige delle risposte, giardiniere e scrittore si diventa anche così.

Anny Pellecchia

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