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Latte, pane e fiori

Come mai un paese come il nostro amante dell’arte e di tutto ciò che è bello non ama i fiori?

Vivo in una famiglia di fioristi, i fiori sono praticamente nel nostro dna, essendo il negozio aperto dal 1919.

Eppure noto che molti italiani non hanno la passione per i fiori, spesso mi accorgo che il loro sguardo è cieco verso il mondo della natura. Ma perché?

Voi mi risponderete, in Italia manca una tradizione popolare, ve ne solo una aristocratica che ci ha lasciato pochi ma meravigliosi giardini. E’ vero, in Italia non c’è lo stesso interesse come in altri paesi europei, basti pensare solo all’Inghilterra dove perfino sulle casse dei supermercati si trovano mazzetti floreali!

Latte, pane e fiori è un acquisto quotidiano per moltissimi paesi europei.

La globalizzazione ha creato tendenze di composizioni floreali omogenee, è richiesto il colore viola, se anni fa un fiorista italiano tentava di vendere un fiore del colore appena citato veniva linciato! Il fenomeno italiano è degno di nota, ma la domanda che dobbiamo farci è un’altra, più profonda –“Come mai un paese come il nostro amante dell’arte e di tutto ciò che è bello non ama i fiori?” Se in Africa (eccetto quella parte che ha avuto contatti con civiltà nord islamiche) non sono interessati la ragione è semplice la popolazione è affamata. Lo sviluppo della cultura dei fiori è un lusso di cui l’Italia per la sua storia e cultura poteva più che permettersi!  E allora che cos’ è successo?

Dov’è che la nostra memoria è andata perduta?

FloraNell’antica Roma era usanza durante i banchetti imperiali far cadere a pioggia dal soffitto migliaia di petali di rosa. Ogni cosa veniva ricoperta e rimanere soffocati era davvero un pericolo reale per gli ospiti, ma cosa importava, essere imperatore significava anche spendere milioni di sesterzi in fiori. Il fiore era potere, lusso, bellezza,divinità!

Chilometri di roseti a Paestum erano il serbatoio di approvvigionamento per tale lusso.  Il giardino era un prestigioso ornamento, era prima di tutto un paesaggio sacro, diretta emanazione di quello greco. La Dea Flora ”presiedeva tutto ciò che fioriva” a lei erano associate pratiche magiche a sfondo sessuale e Dionisio il dio della fecondità era il simbolo della potenza inebriante della natura, della linfa che era vita della vegetazione, venne adorato come il dio della vita giocosa, delle feste dei divertimenti, circondato dalle Baccanti le quali adornavano il dio con ghirlande fiorite.

I riti dionisiaci erano veri e propri momenti di sfrenatezza dove ogni regola era infranta.

Quando l’impero romano iniziò a dare cenni di cedimento una nuova religione mirò a spezzare il legame magico del genere umano con la natura, l’intento fu di distogliere lo sguardo umano dal fascino del mondo delle piante per dirigere l’attenzione verso un unico Dio in cielo. Coloro che disubbidirono furono studiosi che conoscevano le piante profondamente per scopi medicamentosi… per questi ultimi la santa inquisizione non ebbe pietà. La storia è piena di condanne al rogo per stregoneria. La Chiesa aveva capito il potere delle piante mediche e volle il controllo soprattutto di queste. L’uomo e la donna furono scacciati dal giardino del Paradiso, i fiori furono rinchiusi nei monasteri. Si potevano donare ai Santi per devozione o portarli ad un caro defunto. Con queste premesse come poteva il popolo italiano riavvicinarsi al mondo dei fiori?         Il tempo ci ha fatto perdere la memoria di quella passione pagana che era un tutt’uno con il mondo. E’ davvero affascinante il viaggio dei fiori nella storia, oggi la globalizzazione sta aiutando i fiori a riprendersi in Italia il giusto posto nella vita di tutti noi. La Chiesa in questo momento storico ha guerre ben diverse e difficili da combattere, i fiori non possono che aiutarla. Portare tra le mani un fascio di fiori non può che essere un atto d’amore anche verso il creato.

Il Santo Papa l’ha capito e lo scorso agosto ha parlato all’umanità dell’arte e della bellezza, porte aperte verso Dio. Tutte le forme d’arte anche quella di disporre con amore fiori un vaso sono via della bellezza, una via che l’uomo d’oggi dovrebbe recuperare nel suo significato più profondo.

 

Anny Pellecchia

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