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Narcisi  tra tradizioni e leggende

Narcisi tra tradizioni e leggende

Le distese gialle di Daffodils fioriti sono una delle immagini tipiche della  rimavera inglese. Parte da lì Anny per condurci dentro storie fantastiche e remote

L’aereo decollò dall’aeroporto di Napoli, non capivo ancora l’ostinazione di mia sorella Olimpia nel portarmi in Inghilterra. Era quasi primavera l’aria era dolce il sole brillava, il solo pensiero di ripiombare in inverno mi innervosiva. Era il primo viaggio che facevamo insieme… lei sempre entusiasta, appassionata di tutta la cultura anglosassone, aveva tanti amici a Londra, si era appena laureata, praticamente la lingua inglese l’aveva nel DNA! Io al contrario non avevo nessuna propensione per le lingue straniere, a scuola i voti in inglese erano sempre scarsi, il tutto mi deprimeva molto. Tre ore dopo, l’aereo iniziò la discesa aeroporto Londra-Gatwick. L’aereo si tuffò in una bolla grigia. Un grigio così non l’avevo mai visto. Così compatto che si poteva tagliare a coltello. Quando misi piede sul territorio inglese la prima cosa, o meglio il primo colore che attirò la mia attenzione furono dei piccoli puntini gialli in lontananza. All’uscita ci attendeva Harvey un amico storico dei miei genitori. I coniugi Harvey e Routh Gold erano degli habituè durante gli anni ‘60 della Costiera Amalfitana, si legarono talmente ai miei che la casa era invasa dai loro biglietti di auguri che spedivano ad ogni festa canonica. Routh era morta da poco e Harvey si offrì come nostro Cicerone durante la nostra breve vacanza. Salimmo in macchina, il grigio era una presenza opprimente, l’autovettura costeggiò Hyde Park. Milioni di corolle gialle si materializzarono innanzi ai miei occhi! Sapevo esattamente che fiori erano ma dissi lo stesso “Che fiori sono?” “Daffodis” disse Harvey contentissimo!

Ero esterrefatta, tutto quel grigio era assolutamente il miglior sfondo per far risaltare i fantastici Daffodis ovvero Narcisi! Erano ovunque, addirittura sulle casse dei supermarket, li vendevano a mazzetti come ultimo acquisto d’impulso! Non avrei mai immaginato che lasciando il sole del Sud Italia, il Narciso fiore legato alla cultura mediterranea mi accogliesse così calorosamente in Inghilterra. Ero stupita se non stordita da tutto quel giallo. Il Narcissus del resto come attestano Plinio e Plutarco deriva dalla radice greca “narkè” che significa stordimento (si credeva che il profumo di questo fiore e le sostanze in esso contenute avessero proprietà narcotiche).

Questo fiore di straordinaria bellezza è stato cantato da Virgilio, Ovidio, Sofocle … eppure il Narciso in terra straniera, innanzi ai miei occhi sembrava essere il fiore nazionale d’Inghilterra!

In negozio mio padre l’ha sempre lavorato, mia madre confezionava perfette sfere di Narcisi, bulbi in busta sempre venduti, ma ho sempre avuto l’impressione che lo sforzo di amare i Narcisi fosse profuso solo dal nostro negozio di fiori. Oggi l’Olanda propone una vasta gamma di Narcisi in vasetti già pronti da far fiorire in casa o in fioriere. Varietà: N. tete-tete, N. giunchiglia, N. dei poeti, N. tazzetta, N. tromba. Con queste varietà componiamo composizioni molto graziose che ricordano piccoli giardini. I clienti li apprezzano molto anche perché hanno imparato a non buttare i bulbi, ma a ripiantarli per poterli poi far rifiorire. Al mercato dei fiori oltre i bulbi in vaso, propongono anche i fiori recisi varietà N. tromba o N. giunchiglia. Mi piacerebbe tanto riempire la città di Narcisi come in Inghilterra… ma la storia racconta…

Goffredo di Monmouth (morto nel 1155) autore di Storia dei re di Britannia impose una visione storica con la quale si istituiva una continuità del primo re di Gran Bretagna insieme al personaggio di Re Artù con l’ultimo imperatore romano. Tesi ripresa dallo scrittore Valerio Massimo Manfredi nel suo romanzo “L’ultima legione”. Nell’anno 476 l’Impero Romano d’occidente cadde sotto l’assedio di Odoacre. L’imperatore Romolo Augusto un ragazzino di 13 anni fu portato in salvo insieme al suo maestro Meridius-Ambrosinus dall’ultima legione fedele all’impero nella lontana Bretannia.

“Il seme venuto da un mondo morente ha messo radici in questa terra remota”. La leggenda è molto coinvolgente perché si ritiene che dal figlio dell’ultimo imperatore romano inizierà il grande ciclo di Re Artù.

A questo punto voglio anch’io inserire un’ipotesi floreale in questa bellissima leggenda!

Si narra che il maestro di Romolo Augusto prima di fuggire dall’Impero raccolse quanto più poté nella sua bisaccia da viaggio, cibo, polveri magiche, erbe, amuleti e l’Eneide. “Ma è un peso inutile “ disse Romolo.

“Tu credi? E invece è il carico più prezioso figlio mio” rispose Ambrosinus.

Quando si fugge e ci si lascia tutto alle spalle, l’unico tesoro che possiamo portare è la memoria. Memoria delle nostre origini, delle nostre radici, della nostra storia ancestrale.

Solo la memoria può consentirci di rinascere dal nulla. Non importa dove e quando, ma se conserveremo il ricordo della nostra passata grandezza e dei motivi perché l’abbiamo perduta, noi risorgeremo”

Nella memoria del maestro c’erano anche i campi fioriti di Narcisi del grande Impero Romano? Credo proprio che in quella bisaccia c’era anche qualche bulbo di Daffodis! Il grande Impero perduto ritorna a fiorire in Britannia. Io l’ho visto!

 

Anny Pellecchia

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