La tradizione dell'albero di Natale, così come molte altre tradizioni natalizie, è sentita in modo particolare nell'Europa di lingua tedesca, sebbene sia ormai universalmente accettata anche nel mondo cattolico che spesso lo affianca al tradizionale presepe.
Alla base dell'albero natalizio vi sono antichissimi usi, presso varie culture, di decorare i vari Alberi del Paradiso con nastri e oggetti colorati, fiaccole, piccole campane, animaletti votivi, nonché la credenza che le luci che li illuminavano corrispondessero ad altrettante anime.
Egualmente venivano ornati anche i vari Alberi cosmici con simboli del Sole, della Luna, dei Pianeti e delle stelle.
In particolare l'abete era sacro a Wotan, potente dio dei Germani.
Nei primi anni del Novecento gli alberi di Natale hanno conosciuto un momento di grande diffusione, diventando gradualmente quasi immancabili nelle case sia degli europei che nordamericani, e venendo a rappresentare il simbolo del Natale probabilmente più comune a livello planetario.
Nel dopoguerra il fenomeno ha acquisito una dimensione commerciale e ha dato luogo, insieme alle tradizioni correlate,
alla nascita di una vera e propria industria dell'addobbo natalizio.
Tranquilli quindi gli abeti (Abies Picea) che entrano nelle nostre case, non arrivano dalle montagne come molti erroneamente pensano, ma sono prodotti in vivai specializzati del nord Italia e nord Europa. Produzioni uguali a quelle di ciclamini, ficus, orchidee, etc.
Chi lo riceve, se vuole farlo vivere a lungo, dovrebbe avere l'accortezza di chiudere il termosifone nella stanza dove è posizionato, oppure arieggiare spesso l'ambiente. Innaffiarlo copiosamente e dopo le festività piantarlo in giardino anche quello condominiale o di amici, oppure regalarlo a chi vuole rinverdire i propri spazi: agriturismi, centri sportivi, parchi comunali, etc.